Alfredo Raimondi, in arte Mojo, nasce nel 1974 a Manocalzati.
Cupa e adombrata da una perenne malinconia, la sua arte, pur essendo mutevole per soggetti e tecniche, si presenta costante nel trasmettere un intenso senso di tristezza, di surreale e onirico attraverso le sue raffigurazioni, che sono atte a riempire ed appagare l’anima, la fame e la sete, attraversare i tormenti e ritrovarsi sempre nel proprio inferno
Nelle tavole ad olio assistiamo al recupero dei valori plastici dell’arte del passato, evidente soprattutto nelle proporzioni e nella perfezione anatomica dei soggetti raffigurati. C’è un ritorno al mestiere della pittura, fatto nelle botteghe dei maestri.
Le opere di Mojo diventano un iter in un nuovo spazio, creato dalla commistione tra il suo mondo interiore, la mitologia e i luoghi a lui cari, in cui i modelli classici e caravaggeschi convivono con misteriosi demoni e tenebrose fate, mondi così lontani tra loro ma che insieme danno vita ad un sodalizio perfetto, accarezzando i temi lugubri di quella propaggine del Romanticismo che fu quella decadente, dallo stile raffinato e orientato al gusto del sublime: argomenti oscuri, spettrali, orrifici ed esoterici, per scoprire e rivelare il senso del magico e crepuscolare nella vita quotidiana e per spingere l’osservatore, appunto, fin sotto la soglia più alta (sub – limen) del sentire, che turba e spaventa ma insieme affascina e inspiegabilmente attrae.
Queste figure si traducono, a livello stilistico, in una palette di colori desaturata e volutamente spenta, con dominanza del marrone e dei colori selvatici. I toni bruni della sua terra ne hanno plasmano la visione “altra” delle cose. Nella sua produzione si riscontra un’ imperante ricerca dell’ombra, di una metà decadente, malinconica e inquieta che appare a taluni quasi sinistra, ma mai macabra.
Nelle sue raccolte l’artista ci dà un assaggio della sua visione del mondo e, sulla falsariga di un pensiero artistico appartenente al Surrealismo, tratteggia un modo di raffigurare le immagini condizionate dalle dinamiche del sogno.
Alfredo Raimondi, aka Mojo, was born in 1974 in Manocalzati.
Gloomy and overshadowed by a perennial melancholy, his art, despite being changeable for subjects and techniques, is constant in transmitting an intense sense of sadness, surreal and dream like through his depictions, which are able to fill and fill the soul, hunger and thirst, cross the torments and always find oneself in his own hell
In the oil tables we witness the recovery of the plastic values of the art of the past, evident above all in the proportions and anatomica! perfection of the subjects depicted. There is a return to the craft of painting, done in the workshops of the masters.
Mojo’s works become an iter in a new space, createci by the mixture between his inner world, mythology and the places dear to him, in which the classic and Caravaggesque models coexist with mysterious demons and dark fairies, worlds so far away from each other but that together give life to a perfect partnership, caressing the gloomy themes of that offshoot of Romanticism that was the decadent one, with a refined style and oriented to the taste of the sublime: dark, spooky, horrific and esoteric topics, to discover and reveal the meaning of the magica! and twilight in everyday life and to push the observer, In fact, far below the highest threshold (sub -limen) of feeling, which disturbs and frightens but together fascinates and inexplicably attracts.
These figures transiate, on a stylistic level, into a desaturated and deliberately dull color palette, with the dominance of brown and wild colors. The brown tones of his earth have shaped his
“other” view of things. In his production there is a prevailing search for the shadow, of a decadent, melancholic and restless half that appears to some almost sinister, but never macabre.
In his collections the artist gives us a taste of his vision of the world and, along the lines of an artistic thought belonging to Surrealism, outlines a way of depicting images conditioned by the dynamics of the dream.